domenica 30 gennaio 2011

Se mi dessero un euro per ogni volta che mi imbatto in qualcuno che confonde un'unità di misura con un'altra - qualcuno che viene pagato per occuparsene e scriverne - farei tante belle spese, e magari organizzerei un corso di fisica elementare per giornalisti e pubblicitari.

L'ultimo caso su cui m'è caduto l'occhio è un articolo molto accorato ma poco accurato, ahimé sul manifesto (29.1.'11, pag. 16), a firma di Nicola Cipolla. All'interno, anzi all'inizio, di un articolo non privo di interesse sulle difficoltà e speranze dell'uso dell'energia solare in Italia, fornisce alcuni dati sull'incremento della potenza fotovoltaica installata.
E per chiarirci le idee sulla potenza, ci spiega che “basta ricordare che 1.000 Mw di energia rinnovabile equivalgono a 600 mila tep (tonnellate equivalenti petrolio)”.
Ora:
  • a parte che il simbolo del megawatt è MW, e non Mw (ma questo potrebbe essere un problema puramente tipografico);
  • a parte che il MW è un'unità di potenza e non di energia (ma questo potrebbe essere un solo modo sciatto di esprimersi, se non fosse per quello che viene dopo);
  • a parte che l'energia rinnovabile non è diversa, come grandezza fisica, dall'energia ottenuta bruciando una carcassa di dinosauro o la Gioconda (ma non è la prima volta che incontro simili balzane distinzioni);
  • a parte che “equivalente” è un termine sempre ambiguo, e in particolare quando si stanno facendo conti precisi, numeri alla mano (è uguale a? ha lo stesso impatto di? ha lo stesso costo di? ...);
  • a parte che la conversione tra tep e altre grandezze fisiche non è universale, ma diversa a seconda di come decide di procedere l'ente o la società che calcola la conversione, e cioè a seconda del fattore di efficienza adottato per la trasformazione tra energia termica e energia elettrica;
a parte tutto questo, il watt è un'unità di misura della potenza, mentre il tep è un'unità di energia, e la potenza e l'energia sono due grandezze fisiche diverse. Non è possibile confrontarle. Sarebbe come dire che la velocità di una certa automobile è equivalente alla distanza tra Roma e Firenze. Se proprio si vuole fare un discorso del genere, bisogna parlare di tempo da qualche parte (“con questa macchina si può andare da Roma a Firenze in due ore...”).
Detto ciò, che intendeva quell'articolo? Stava forse sottintendendo da qualche parte “...all'anno” o “al giorno” o qualcosa del genere?
Sono genuinamente perplesso.
Usando il più recente fattore di conversione adottato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, e cioè 1 kWh = 0,187 × 10-3 tep (uno tra i vari fattori menzionati già solo in quel singolo documento di quella singola autorità), troviamo che 600.000 tep sono pari a circa 3200 GWh. Sono pari quindi a 1000 MW (la potenza di cui si parlava nell'articolo) erogati per 3200 ore, cioè circa 133 giorni. E quindi? Nicola, che volevi dire?

5 commenti:

  1. ...a lui lo hai chiesto? No? Chiediglielo, e se ti risponde spiegandosi e facendo ammenda potrebbe diventare una rubrica fissa: «Ravvedimenti operosi». (Un abbraccio)

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  2. L'esempio della distanza e della velocità mi ha fatto venire in mente l'equivoco forse più diffuso fra le grandezze: misurare il tempo in anni-luce.

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  3. @Paolo: ...senza contare la famosa battuta di Han Solo, in cui si vanta di aver percorso la rotta di Kessel in meno di dodici parsec (e lì c'è chi si è divertito a trovarci un senso: aveva trovato una scorciatoia più breve o qualcosa del genere).

    Ora che ci penso: se anziché un euro mi dessero un euro/mese per ogni volta che sento etc., anziché un bel gruzzolo avrei una bella rendita!

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  4. Se mi dessero un kelvin per ogni volt che trovo un joule in un farad al secondo, avrei un kilowatt di cose da dire

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