giovedì 26 luglio 2007

Lingue che vanno, lingue che vengono

L'Accademia si duole di non poter organizzare, per i suoi membri e simpatizzanti, corsi di polebo e di slovinzo, ma può addurre a propria discolpa il fatto che queste antiche lingue slave sono da tempo estinte, e per giunta tutto ciò che ne resta sono brevissimi testi e pochi vocaboli singoli (come del vandalico, ma questa è un'altra storia).
Ricavo queste informazioni, insieme a molte altre di sicuro interesse per gli amanti di pignolerie linguistiche, da Morte e rinascita delle lingue di Claude Hagège (Feltrinelli 2002; tit. orig. Halte à la mort des langues, 2000). Come si arguisce dai titoli, vi si tratta di cause e modi delle trasformazioni e scomparse delle lingue, da un punto di vista quasi naturalistico: in più di un senso, le lingue si comportano come specie in competizione, soggette a mutazioni, alla lotta per la sopravvivenza e, spessissimo, all'estinzione.
Il libro è ricco di esempi, di quelli che spesso fanno dire "Ah, vedi!".

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